Mar 17, 2016 - Articoli    No Comments

“Quando si sposava una figlia”.

In un tempo non tanto lontano a San Salvo, quando si sposava una figlia, era un momento doloroso, non era vissuto con gioia, perché quel giorno si perdeva una figlia.

Il giorno del matrimonio mentre tutti i parenti andavano a festeggiare i novelli sposi, i genitori della sposa restavano a casa, i consuoceri si dovevano preoccupare di portare loro tutte le portate servite durante il pranzo, poi dopo il matrimonio non uscivano da casa per otto giorni in segno di lutto.

La cattiveria popolare aveva creato un detto al quando offensivo riferito ai genitori della sposa: ” Pòrtë la scràufë a lu vèrrë” (Porta la scrofa al verro), facendo diventare un evento bello in qualcosa di cui ci si doveva vergognare.

Si racconta che a dispetto delle malelingue, nel dopo guerra, il primo a non curarsi di tutto ciò fu la famiglia Artese in occasione del matrimonio della loro figlia Francesca con Vincenzo Granata, aprendo la porta a una crescita culturale che nel tempo ci ha portato alle bellissime cerimonie cui ora siamo chiamati a partecipare.

Stefano Marchetta

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