

Si chiama così perchè essa indicava sia la via per la terra intesa come campi da lavorare, sia terra come mondo sconosciuto e inesplorato.
“La Pòrtë dë la tèrrë” si apriva all’alba e si richiudeva al tramonto, dopo la chiusura non si poteva entrare.
Per proteggersi dai mali intenzionati i Sansalvesi costruirono una porticina nel portone e fu battezzata “La Cavìutë” (Il Buco), quest’apertura bastava a far passare la testa di un uomo carponi.
Se qualcuno arrivava dopo la chiusura della la porta infilava la testa a la cavìutë, il guardiano facendo luce con una lampada se riconosceva che era di San Salvo lo faceva entrava, altrimenti azionava un congegno tipo ghigliottina a spesa del malcapitato.
Chë nascë è bèllë, chë zë spòsë è bònë, chë zë mòrë è sandë.
( Chi nasce è bello, chi si sposa e bravo, chi muore è santo.)
<< Signorina io vi amo!>>
<< Lavo io? Ma sei di Cupello? Ma questo chiacchierone,
li sto lavando io i panni!>>
Cà accattë desprèzzë, chë accattatë apprezzë.
(Chi compra disprezza, chi ha comprato apprezza.)
Dicasi di persona che cambia opinione su una cosa in base alla situazione.