Gen 25, 2016 - Articoli    No Comments

Saggèccë e Mindrecènë

Difendiamo le nostre tradizioni, i nostri prodotti, le nostre radici.

Vedo sempre più famiglie scegliere il Mc Donald, sempre più ragazzi scelgono il Kebab, a discapito di un bel panino con la porchetta o con la ventricina o con una bella salsiccia.

Passa il tempo, passano le generazioni, ma quella sensazione che l’erba dal vicino sia sempre più verde rimane, sembra quasi una vergogna esaltare le proprie origini, al punto che più di una volta ho sentito dire da persone native di San Salvo, sono di Vasto vicino a Pescara.

Ultimamente mi è capitato un episodio, ero seduto in una sala d’aspetto, quando vidi entrare un ragazzo di San Salvo conosciuto anni addietro, (conoscevo il nonno che aveva fatto la guerra con mio padre e i genitori amici d’infanzia, tutta gente di San Salvo) che si diresse verso i distributori automatici per ricaricarli dei prodotti mancanti, mi avvicinai dicendo “Gna è, së cagnàtë fatèijë”?

Lui guardandomi rispose con un’accendo del nord “Come non capisco”!

Capii che non mi aveva riconosciuto, riformulai la domanda calcando di più l’accento sansalvèsë, “Gna è, së cagnàtë fatèijë”? Per poi buttarla sulla risata e sulle presentazioni, ma lui dal canto suo rispose un po’ scocciato con un accento chiaramente milanese “ Scusami ma non la capisco”, io rimasi senza parole e me ne tornai a sedere a riflettere sull’accaduto, cercando un perché.

Allora mi chiedo perché ci offendiamo e ci arrabbiamo quando politici stranieri con la scusa dell’Europa unita, ci chiedono di produrre formaggi senza latte, eliminare gli insaccati e altro, cose che fanno parte del nostro patrimonio culturale, della nostra bella Italia da sempre?

Ci dovremmo arrabbiare perché ci chiedono di mettere sulle nostre tavole alghe e insetti.

 

Stefano Marchetta

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Gen 18, 2016 - Articoli    No Comments

“I Fratelli di San Vitale”

Il passaggio delle tradizioni, dei racconti e dei segreti è stato sempre fatto in un modo verbale tra genitori e figli, che nella maggior parte delle volte avviene, nei momenti in cui i figli sono nella fase in cui vogliono cambiare il mondo e il vecchio è da buttare. Personalmente ho avuto la fortuna di crescere con un padre che era un pozzo di ricordi e di aneddoti ed io predisposto all’assorbimento e all’ascolto di tutto ciò che lui mi raccontava. In molti nel crescere si rendono conto di aver sbagliato a non aver prestato la dovuta attenzione ai propri vecchi e ora è tardi per chiedere di nuovo, perché ormai sono andati via.

Questo succede ai giovani di tutte le generazioni, divenuti anziani, nei loro ricordi rimbalzato racconti sfocati, notizie frammentate, un miscuglio d’informazioni miste di realtà e leggenda, che a volte mischiandole, cercano di trasmettere ai propri figli o da raccontare, così di generazione in generazione con il passare del tempo, si trasforma un fatto vero in un racconto leggendario.

Come la narrazione che sentivo tempo fa, fatta da una persona anziana, nel racconto affermava, mescolando il reale e il meraviglioso, che i Santi Cosimo e Damiano (Siria), Panfilo (Sulmona), Salvo (San Salvo), Vito (Mazara), Emidio (Germania) erano fratelli di San Vitale (Milano).

Non è difficile capire che tutto ciò è impossibile poiché i vari santi sono vissuti in anni diversi e in luoghi distanti tra essi, sì erano fratelli ma nella fede di un unico Padre Celeste.

In conformità a questo i vari paesi li veneravano e si gemellavano e s’incontravano per rafforzare il loro credo per cui un tempo portava il proprio Santo in processione a trovare il Fratello in un altro paese, era per molti la possibilità di avere più Santi da pregare, avere qualcuno in più cui rivolgersi nell’attimo della loro supplica, perché Fratello del loro Santo Padrone.

Stefano marchetta

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