Feb 28, 2016 - Articoli    No Comments

I BLOCCHI di MARMO della CHIESA di SAN GIUSEPPE.

Chiesa San Giuseppe

Le leggende fanno parte del patrimonio culturale di tutti i popoli, appartengono alla tradizione orale e nella narrazione mescola il reale al fantastico, non raccontano mai dei fatti totalmente inventati, contengono al loro interno sempre una parte di verità.

La chiesa di San Giuseppe fu ingrandita e rifatta come la vediamo adesso sulle mura della vecchia chiesa, che a sua volta era stata ampliata sulla struttura di una piccola chiesetta, così senza interrompere la linea che unisce presente e passato, i lavori furono fatti accavallo degli anni ’50 e ’60, il parroco don Cirillo Piovesan, si occupo delle donazioni, fatte non solo dai residenti, ma anche dai tanti emigranti Sansalvesi sparsi per il mondo.

Se si osserva con attenzione, la facciata della chiesa di San Giuseppe è fatta tutta in mattoni rossi, ma guardando bene con attenzione, si notano dei blocchi di marmo messi senza una regola, senza uno schema, messi man mano senza uno spiegabile motivo ornamentale, come se di tanto in tanto finissero i mattoni e si metteva un blocco di marmo.

A tal proposito voglio farvi partecipe di un mio ricordo, porre l’attenzione su un racconto che sentii narrare da persone anziane quando ero ragazzino, davanti al bar Roma mentre aspettavo i miei amici per giocare a biliardino, ascoltai con attenzione questa sorte di leggenda paesana, che rimase indelebile nella mia mente.

Nel dialogare fra loro la spiegazione che si dava, era quella che i blocchi rappresentano delle firme, loro dicevano che ogni muratore che partecipò alla costrizione della chiesa, ne pose una, quasi a voler scrivere in modo indelebile il suo nome nel momento che riteneva più appropriato, mentre il Tempio saliva maestoso verso il cielo.

Ricordo che indicavano i vari blocchi e dicevano anche i nomi dei vari operai che avevano partecipato alla costruzione della chiesa.

Non mi sono mai posto negli anni di indagare sulla veridicità del racconto, mi piace pensare che le varie posizioni in altezza dei blocchi sarebbero state dettate dal grado, i manovali in basso e via via, che si saliva nella costruzione fino ai capi mastri muratori.

Stefano Marchetta

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Professore Di Pietro Nicola, 1968.

Prof. Nicola Di Pietro 1968

In alto a sx: Torricella Carmine, Strever Franco, Romondio Giuseppe, Di Santo Pasquale, Cordisco Ivano, Chinni Pasquale, Di Giacomo Rocco, Messere Valentino, Di Rocco Santino, Ciuffi Giovanni, Cicchitti Luigi.

Da sx in basso: Romondio Peppino, Pasquarelli Giancarlo, Bruno Vito, Prof. Di Pietro Nicola, Pepe Giuseppe, Di Tulio Dario, Larcinese Vincenzo.

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Feb 18, 2016 - Articoli    No Comments

Il Vincolo di Mandato

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Credo che uno dei problemi dei nostri politici sia la non coerenza con il proprio elettorato, perché sembra che l’unica spinta che loro cercano è quella di arrivare a essere eletti a una carica istituzionale.

Poi come si usa dire “ Buona notte ai suonatori”, in questo caso agli elettori che hanno abboccato alle chiacchiere vendute durante le elezioni.

Ultimamente sempre più politici cambiano con disinvoltura vari schieramenti, sia per entrare in una situazione di potere o per un interesse personale.

Non è giusto che si porti voti a un partito che non avrebbe mai preso quelle preferenze, dando modo a leggi non volute di essere approvate.

Basta pensare che negli ultimi due anni 235 politici hanno cambiato casacca, questo perché non esiste una legge che applichi il vincolo di mandato.

L’articolo 67 della Costituzione Italiana dice:

“Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.

Se invece ci fosse un modo per revocare il nostro voto al parlamentare o al partito scelto, sicuramente i politici eletti starebbero più attenti a ciò che promettono, inoltre s’impegnerebbero a comunicare le proprie scelte future ai propri elettori.

Stefano Marchetta

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